«Alcuni giovani, due dei quali tenevano al laccio grandi cani, stavano fermi davanti alla Pasticceria Svizzera appoggiati con la schiena agli stipiti della porta; loro erano in pieno nella vita della città, non pensavano alla campagna e non dovevano tornare al liceo. Ridevano contenti. La Via Etnea brulicante, nera, strascicante di suole di scarpe, calava verso la Porta Uzeda».
Ercole Patti, Giovannino, Bompiani, Milano 1954.
