Le città della Sicilia ovvero le “città del mondo”
Il volto di Rosario si era alzato radioso dinanzi ai suoi piedi dalla roccia che scendeva tra cielo e cielo. Insieme gli si era aperta dinanzi la città di Scicli, con le corone dei santuari sulle teste dei tre valloni, con le rampe dei tetti e delle gradinate lungo i fianchi delle alture, e con un gran nero di folla che brulicava entro un polverone di sole giù nel fondo della sua piazza da cui parte e s’allarga verso occidente un ventaglio di pianura. Rosario era felice, indicandola al padre, come se avesse temuto di vederla svanire prima del suo, arrivo.
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“Ma che cos’è?” domandò. “E’ Gerusalemme?”
Aveva negli occhi punte aguzze di sole che gli impedivano di distinguere che faccia facesse suo padre.
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Rosario continuava: “E’ la più bella città che abbiamo mai vista. Più di Piazza Armerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna…”
Il padre non lo negava. Egli considerava la pietra senza dir nulla, e Rosario poté soggiungere: “Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle. Non ti ricordi che gente contenta c’era nelle belle città che abbiamo girato per la novena dell’altro Natale? E che gente contenta c’era a Caltagirone per lo scorso Carnevale? E che gente contenta c’era a Ragusa per i Morti dell’anno prima? E che gente contenta c’era per l’ultima Pasqua che abbiamo passato a Piazza Armerina?
Il padre non negava niente di niente, era solo soprapensiero, sempre considerando la pietra ai suoi piedi e Rosario non si fermò che un attimo, poi riprese: “E si capisce che sia contenta. Ha belle strade, belle piazze in cui passeggiare, ha magnifici abbeveratoi per abbeverarvi le bestie, ha belle case per tornarvi la sera, e ha tutto il resto che ha, ed è bella gente. Tu lo dici ogni volta che entriamo a Nicosia. Ma che bella gente! E lo stesso ogni volta che entriamo a Enna. Ma che bella gente! Lo stesso ogni volta che entriamo a Ragusa. Ma che bella gente! E se incontriamo un uomo vecchio tu dici ma che bel vecchio. Se incontriamo una donna giovane tu ti volti e dici ma che bella giovane. Vorresti negarlo? Tu dici che dev’essere per l’aria buona, ma più la città è bella e più la gente è bella come se l’aria vi fosse più buona…”
(E. Vittorini, Le città del mondo, in Opere, cit., pp. 375-379)
