Giu 18

E. Vittorini, Le città del mondo

Le città della Sicilia ovvero le “città del mondo”

Il volto di Rosario si era alzato radioso dinanzi ai suoi piedi dalla roccia che scendeva tra cielo e cielo. Insieme gli si era aperta dinanzi la città di Scicli, con le corone dei santuari sulle teste dei tre valloni, con le rampe dei tetti e delle gradinate lungo i fianchi delle alture, e con un gran nero di folla che brulicava entro un polverone di sole giù nel fondo della sua piazza da cui parte e s’allarga verso occidente un ventaglio di pianura. Rosario era felice, indicandola al padre, come se avesse temuto di vederla svanire prima del suo, arrivo.
[…]
“Ma che cos’è?” domandò. “E’ Gerusalemme?”
Aveva negli occhi punte aguzze di sole che gli impedivano di distinguere che faccia facesse suo padre.
[…]
Rosario continuava: “E’ la più bella città che abbiamo mai vista. Più di Piazza Armerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna…”
Il padre non lo negava. Egli considerava la pietra senza dir nulla, e Rosario poté soggiungere: “Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle. Non ti ricordi che gente contenta c’era nelle belle città che abbiamo girato per la novena dell’altro Natale? E che gente contenta c’era a Caltagirone per lo scorso Carnevale? E che gente contenta c’era a Ragusa per i Morti dell’anno prima? E che gente contenta c’era per l’ultima Pasqua che abbiamo passato a Piazza Armerina?
Il padre non negava niente di niente, era solo soprapensiero, sempre considerando la pietra ai suoi piedi e Rosario non si fermò che un attimo, poi riprese: “E si capisce che sia contenta. Ha belle strade, belle piazze in cui passeggiare, ha magnifici abbeveratoi per abbeverarvi le bestie, ha belle case per tornarvi la sera, e ha tutto il resto che ha, ed è bella gente. Tu lo dici ogni volta che entriamo a Nicosia. Ma che bella gente! E lo stesso ogni volta che entriamo a Enna. Ma che bella gente! Lo stesso ogni volta che entriamo a Ragusa. Ma che bella gente! E se incontriamo un uomo vecchio tu dici ma che bel vecchio. Se incontriamo una donna giovane tu ti volti e dici ma che bella giovane. Vorresti negarlo? Tu dici che dev’essere per l’aria buona, ma più la città è bella e più la gente è bella come se l’aria vi fosse più buona…”

(E. Vittorini, Le città del mondo, in Opere, cit., pp. 375-379)

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