Giu 18

V. Brancati, Paolo il caldo

La luce

In questi ricordi, la cosa che più si isola dalle altre, sebbene mi sia apparsa sempre mischiata alle altre e addirittura come un aspetto di esse, è la luce. Questa potenza del cielo d’agosto, e anche, forse meglio, di gennaio, mi soggiòga la memoria[…]. E tuttavia, nonostante la sua intensità, o forse a causa di questa, la luce del sud rivela nella memoria una profonda natura di tenebra. Nella sua esorbitanza, varca continuamente i confini del regno opposto, e quando si dice ch’è accecante, si vuole forse alludere, senz’averne esatta coscienza, a certi guizzi di buio che vengono dal suo interno, a certi squarci sulla notte cupa come può farli un’eclissi nel cielo di mezzogiorno…

V. Brancati, Paolo il caldo, in Romanzi e saggi, Introduzione di G. Ferroni, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2003, pp. 828-829

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