Giu 17

Bonaventura Tecchi

Chi non ha visto, specie verso sera, il colore, la vibrazione, la luce dell’aria sulle pendici di Monte Pellegrino, che in quella parte sono tutte rosse, con l’argento degli olivi nella piana sottostante, il grigio-perla del mare, il cinereo di Monte Gallo dalla parte opposta, non ha visto, io credo, la luce più bella del mondo. Luce nitida, sveglia eppur non crudele come per sua nitidezza è qualche volta in paesi stranieri; né, d’altra parte, luce morbida come per velature, sia pure impercettibili, di nebbia, spesso avviene nelle contrade del nord: ma luce calma, ferma, d’una virile, umana dolcezza.
Bonaventura Tecchi, L’isola appassionata, Torino, Einaudi, 1961, p. 11

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