Mag 17

Sandro Volpe

Sandro Volpe (Palermo 1958) insegna Teoria della letteratura all’Università di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi tra i quali: L’occhio del narratore (1984) Il tornio di Binet (1991), La forma intermedia (1996). All’incrocio delle righe (peQuod, 2004) è il suo primo romanzo.

 

All’incrocio delle righe

Cominciamo subito col dire che il romanzo d’esordio di Sandro Volpe, All’incrocio delle righe, non è un vero e proprio noir; meglio, la tessitura del poliziesco, quasi diafana, lascia subito trasparire qualcos’altro. Ed è lì che l’occhio del lettore deve penetrare, per entrare opportunamente nelle corde di questa breve ma intensa storia, nella quale si respira un’atmosfera onirica, sospesa tra la veglia e il sonno. E l’incipit umbratile, perfettamente reso attraverso una scrittura in bianco e nero e una scansione quasi cinematografica, è il migliore viatico per seguire la vicenda narrata in prima persona da Andrea. Una prima persona che si trasforma, per dirla con Milan Kundera, in un supremo strumento di spionaggio: è come se lo sguardo di chi legge venisse a coincidere con quello del protagonista.

Da qui l’importanza della coerenza del punto di vista del narratore, attraverso il quale è possibile assistere allo snodarsi di un’azione il cui ritmo rallentato quasi magnetizza. Quella raccontata da Sandro Volpe è la storia di un ritorno apparentemente incompiuto. Di un appuntamento a tutta prima mancato, dopo anni di lontananza e soprattutto di silenzi, tra Andrea, il protagonista, docente universitario, e Bruno, romanziere e consulente editoriale. Un’amicizia intensa, la loro, quasi assoluta. Una tipica amicizia maschile, di quelle che, come ha scritto Roberto Alajmo nella bandella di copertina, “dopo una lunga intensità si interrompono senza che ci sia bisogno di ricorrere alla banalità di un litigio”. Andrea e Bruno, forse perché tra di loro si è insinuata una donna, si perdono di vista, piombando inevitabilmente nel silenzio: silenzio che “attizza il rancore, che stempera il rancore”. È il silenzio tipico degli amici: compatto, a volte senza crepe, che spesso dice più di tante, inutili parole.

Silenzio che non è “un’assenza, ma una preparazione”. Preparazione quasi rituale a un incontro con Bruno che per Andrea, ritornato con la scusa di un convegno in quella che una volta era la sua città, è diventato improrogabile. I due si sentono velocemente al telefono: c’è l’imbarazzo iniziale, assorbito poi dalle chiacchiere. Poco dopo, il fatto inatteso: la scoperta del cadavere di Bruno, imbottito di psicofarmaci. Da qui in poi la storia assume le movenze di un noir esistenzialista: l’assurdità di quella morte, l’impossibilità del suicidio, la volontà di far luce sul buio fitto del mistero. E ritornano le visioni oniriche, i fotogrammi del sogno: la condanna, inflitta al protagonista, a “un oblio diurno” e a una “memoria notturna”, tenuti insieme in un equilibrio precario ma indissolubile. E le parole di Elisa, quella che un tempo fu la donna di Bruno, improvvisamente si illuminano: le illazioni sul conto di Carlo Masi, falsario di citazioni, figlio dell’editore presso il quale Bruno lavorava e nuova fiamma di Elisa.

I sospetti che diventano sempre più fondati, quando un quotidiano dà la notizia del romanzo di un esordiente: Tra le righe, proprio di Carlo Masi. Romanzo che, una volta letto da Andrea, si rivela come una sorta di “miracolo segreto dilatato nel tempo”. Un romanzo come “lungo messaggio d’oltretomba” inviato da Bruno. Segue poi l’epilogo immaginabile, con la scoperta del plagio. All’incrocio delle righe è il romanzo dei segni premonitori, degli avvertimenti. Della bizzarria del caso, della crudeltà del destino. È la storia di un incontro che si consuma in un altrove, fatto di strane epifanie, di sogni ovattati. È l’epicedio su un’amicizia che ha fatto dell’assenza il suo punto di forza. È il racconto al rallentatore di come la nostra vita potrebbe prendere una piega diversa; il resoconto di quelle parole che il pudore o la paura frenano. All’incrocio delle righe è dunque, ossimoricamente, il romanzo del silenzio.

17 maggio 2007

About The Author