‹‹Ma che cosa sia la Sicilia dov’essa fa continente, come terra e come popolo, al di là delle sue apparenze costiere di giardino mediterraneo, fuori dalle sue città capitali e dalle sue strade di grande comunicazione, può immaginarselo meglio un contadino del Pakistan o un pastore dell’Estremadura che il turista calato da Milano per fermarsi al Delle Palme di Palermo o al Villa Politi di Siracusa. […] Perché l’interno della Sicilia somiglia assai più, come terra e come popolo, al Pakistan delle steppe o all’Estremadura che alle ricche regioni agricole della sua stessa fascia litoranea. Anche i nomi dei paesi, all’interno, sono diversi da quelli delle località costiere. Sono solenni, d’un timbro da metallo antico: Aidòne, Agìra, Gangi, Assoro, Caltavutùro, Pietraperzìa, Resuttano, Rièsi, Caltabellotta, Càccamo, Contess’Entellìna…››
Elio Vittorini, Le città del mondo. Una sceneggiatura, Einaudi, Torino, 1975, pp. 4-5.
