Lug 01

Vincenzo Consolo, Retablo

«Costruito dai Troiani o dagli Elìmi, dedicato alla Venere celeste, alla diana delle cacce o alla Cerere delle messi siciliane, questo tempio sul ciglio d’una latomia, d’un pauroso abisso in cui vi scorre un fiume, privo di sacra cella e copertura, non scanalato nelle colonne o scalpellato nelle bugne dei lastroni, io sòspico gli antichi giammai vollero concludere o finire».

Vincenzo Consolo, Retablo, cit., p. 73.

 

«Mi chiedo: sogno, chiuso nella mia casa deserta di Milano, o egli è vero che io sto viaggiando, che mi trovo ora qui, sul suolo della celebre Segesta, ascesi, per un sentiero d’agavi fiorite, macchie d’acanto, di cardi mezzo gli anfratti delle rocce di candido calcare, al colmo di quel colle, ai piedi del maestoso e chiaro, misterioso templo».

Vincenzo Consolo, Retablo, cit., p. 71.

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