«Venendo da Nord-Est appare così: a destra alcune alture rocciose, dove queste finiscono, basso, in mezzo all’isola, il paese di Favignana; a sinistra, quasi a toccare col muso le case estreme di Favignana, si stende una lunghissima, incredibile lucertola, la coda diritta, allungata nel mare. Avvicinandosi, doppiando codesto capo, ci si accorge che non è coda enorme di lucertola, che non è penisoletta affilata; là dietro la terra continua; un inganno della prospettiva. Costeggiandola, si vede che razza di roccia è quella che sembrava una lucertola. Bassa, tagliata a picco sul mare; il fianco inciso, scavato, mangiucchiato e una lunga serie di buchi neri, rettangolari. Dove la mano dell’uomo non s’è posata, la roccia è grigia, invecchiata dal sale e dai venti. Dove questa crosta è stata buttata via, appare la roccia, gialla come polpa di banana».
Bartolo Cattafi, Le isole lontane, GBM, Messina 2008, pp. 51-52.
