Giu 18

G. Bufalino, Visite brevi

Così imbalsamata e bendata, Ibla resiste intatta, come risorse dopo il sisma del 1693 (si vorrebbe cinicamente dirlo provvidenziale), quando ogni paese del Val di Noto, nel calcagno estremo dell’isola, volle nuove e più grandi, se non grandiose, le cattedrali distrutte. A Ibla, il trofeo di pietra è San Giorgio. Carnoso nell’aggettante corpo centrale, s’impenna nondimeno verso la torre campanaria con un forte colpo di reni, svettando su un piedistallo di scale splendidamente sbieche rispetto all’asse della strada.
Non è la sola bellezza che vi consiglio: aggiungeteci San Giuseppe, il portale di San Giorgio vecchio, i palazzi Di Quattro e Arezzo, i Giardini Iblei. Ma soprattutto perdetevi a zonzo per i chiassuoli e gli affettuosi labirinti della città vecchia.

G. Bufalino, Visite brevi, in La luce e il lutto, in Opere 1981-1988, a c. di M. Corti, Milano, Bompiani 1996, pp. 1186-7.

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