Una leggenda dice che Federico amava riunire i poeti della sua corte a Enna, l’ombelico della Sicilia, dove aveva fatto costruire, oltre a un castello, anche una corte ottagonale nella quale gli scanni in pietra erano tutti uguali. Egli sedeva lì, accanto agli altri, non era nemmeno primus inter pares, si era spogliato di ogni emblema imperiale, e leggeva ai compagni le sue poesie per la donna amata (forse nessuna delle tre che sposò), attendendone con una certa trepidazione il giudizio.
Andrea Camilleri, ‹‹La Repubblica››, 7 luglio 2008
